Un uomo di 58 anni affetto da un voluminoso tumore renale in stadio avanzato è stato sottoposto a un complesso percorso terapeutico di oncologia urologica presso l’ospedale “Gravina” di Caltagirone, specializzato nel trattamento del carcinoma renale. Il paziente presentava un’occlusione intestinale e una trombosi neoplastica massiva della vena renale e della vena cava, richiedendo un approccio multidisciplinare che ha coinvolto il Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) e diverse Unità Operative del Presidio, inclusa la chirurgia oncologica e l’emodinamica.
L’intervento è iniziato presso la sala di emodinamica, dove l’équipe di Cardiologia ha posizionato un filtro cavale per ridurre il rischio di complicanze tromboemboliche, come la trombosi venosa profonda, e garantire la sicurezza del paziente. Successivamente, il paziente è stato trasferito in sala operatoria, dove le équipe di Chirurgia Generale e Urologia hanno lavorato in seduta congiunta per risolvere il caso, utilizzando tecniche di chirurgia mininvasiva e interventi di radiologia interventistica per trattare il tumore renale.
L’operazione si è conclusa con esito favorevole e la completa risoluzione del complesso quadro clinico, grazie all’alta competenza tecnica e all’approccio multidisciplinare delle équipe coinvolte, che hanno garantito una gestione personalizzata del paziente e un trattamento oncologico di alta qualità. L’intervento si è svolto sotto la costante supervisione dell’équipe di Terapia Intensiva e Rianimazione, che ha garantito la gestione anestesiologica avanzata e il monitoraggio intensivo del paziente, riducendo al minimo i rischi di complicanze post-operatorie.
Il decorso post-operatorio è risultato regolare, consentendo una buona ripresa del paziente, che è stato successivamente affidato al reparto di Oncologia per l’avvio della terapia adiuvante, volta a ridurre il rischio di recidiva del tumore. L’intervento ha richiesto una pianificazione accurata e l’utilizzo di tecniche mirate di protezione vascolare per ridurre al minimo i rischi e ottenere un buon risultato clinico, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate come la medicina nucleare e la radioterapia.
Il direttore generale dell’Asp di Catania e il direttore sanitario hanno espresso un plauso alle équipe coinvolte per la professionalità dimostrata e la capacità di lavorare in piena sinergia, garantendo un trattamento personalizzato e di alta qualità ai pazienti affetti da tumori urologici. L’intervento è stato possibile grazie alle caratteristiche organizzative del Presidio “Gravina”, che dispone di professionalità, tecnologie e modelli operativi capaci di gestire in modo coordinato le urgenze e i casi complessi di oncologia, come il trattamento del carcinoma renale.
Il Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) si è confermato un pilastro strategico nella presa in carico dei pazienti oncologici, favorendo una pianificazione condivisa basata sull’evidenza scientifica e sull’efficienza organizzativa, garantendo un trattamento personalizzato e di alta qualità ai pazienti affetti da tumori urologici. L’operazione si è rivelata particolarmente complessa a causa dell’estensione del tumore, che aveva raggiunto anche i grandi vasi venosi dell’addome, e della presenza di un’occlusione intestinale, richiedendo un lavoro di squadra ben coordinato tra più specialisti, inclusi chirurghi, oncologi e radiologi.